Entro nella discussione condividendo integralmente le osservazioni del "verace" Manlyo e dopo avere letto i dettagli aggiuntivi di Mariposita
Credo sia abbastanza evidente che chi cerca soluzioni alternative al problema del cancro non lo fa per pazzia ma per necessità o per precedenti esperienze negative.
Pertanto non condivido gli accorati inviti a non abbandonare le terapie tradizionali, men che meno dette in una sezione che si intitola per l'appunto "medicina alternativa".
Ricorderei inoltre ai fautori del "convenzionale" a oltranza che esiste una categoria di pazienti così detti "non responsivi" i quali non hanno il benchè minimo risultato dalle cure risultando per motivi tuttora ignoti resistenti alla chemio e alla radio da subito.
Provo a dedurre che il babbo è stato curato con sola chemio in quanto non è stato possibile operarlo.
Se questa deduzione corrisponde alla realtà delle cose significa che il tumore è troppo esteso o è un tumore del sangue o del sistema linfatico.
Che dire a questo punto? la mia convinzione è che qualsiasi tipo di terapia che non tenda ad agire solamente in maniera tossica nei confronti delle cellule cancerose è di per sè encomiabile.
Ovviamente dobbiamo metterci daccordo su quale meccanismo di azione ci proponiamo di ottenere nei confronti del tumore.
La terapia Nacci ha un suo "perchè" , viene spiegato cosa si propone di ottenere, la mia opinione è però alquanto vicina a quella di Manlyo, è sinceramente molto articolata, complessa e impegnativa da portare avanti..
Il bicarbonato di Simoncini può sicuramente avere avuto dei successi terapeutici (creazione di ambiente basico attorno al tumore che notoriamente vive in acidosi)
Hamer ho già avuto modo anche io di commentare che una terapia o è proponibile a tutti o non può essere definita come tale, (Mi sembra pacifico che non posso andare a proporre della psicooncologia a bambini o chi è stato esposto all'amianto e sì è preso un mesotelioma ,,, )
Il consiglio che sempre do ai delusi a ragion veduta dalle terapie convenzionali è quello di riconsiderare un Metodo che è stato bocciato in conseguenza di una assurda schematizzazione del test al quale è stato sottoposto: l'MDB
Terapie biologiche di qualsiasi natura non possono essere verificate in un mese con la pretesa che "sciolgano" masse neoplastiche impenetrabili persino ai chemioterapici più devastanti.
A voce sommessa qualcuno azzarda ormai a fare anche in pubblico queste ammissioni (settimana scorsa un direttore dell'AIFA a Uno Mattina) e non potrebbe essere diversamente in quanto tutta la ricerca sul cancro va spostandosi su farmaci molecolari ad azione biologica: i test di efficacia non potranno quindi certamente essere presi a prestito dai protocolli in uso per i chemioterapici.
Vero è anche che il Suo babbo se è stato pesantemente trattato con chemioterapia non è nella condizione ottimale per trarre il massimo beneficio dalla cura.
Ciò detto ricordo a chi non lo sapesse che il Metodo Di Bella ha ben poco di "alternativo" essendo composto esclusivamente da farmaci regolarmente presenti nel prontuario farmaceutico da un trentennio.
ps: 14 aprile
Gentile Mariposita, purtroppo non è questione di "pareri" quanto di metodologie terapeutiche opposte. Di Bella era spessissimo contrario anche agli interventi chirurgici in considerazione dell'alto rischio di disseminazione metastatica in seguito proprio alla dissezione chirurgica. In tempi recenti proprio per il cancro al colon si è affermata una metodica chirurgica che prevede durante l'operazione l'uso di un aerosol chemioterapico per cercare di scongiurare che cellule neoplastiche possano andare in circolo a seguito delle manovre del chirurgo.
Vede, sono proprio due concezioni del cancro antitetiche. Da una parte l'oncologia ortodossa che ritiene la chemioterapia l'unica arma a disposizione qual'ora non si possa più operare e che solo timidamente adesso comincia a rivolgere l'attenzione ai fattori di crescita tumorali, a famaci biologici differenzianti, a vitamine dalle caratteristiche antimetastatiche. Dall'altra parte Di Bella che avendo capito come questi fattori giocavano nell'evoluzione del cancro ha tentato di agire proprio in questa direzione e rimane incontestabilmente il pioniere di una visione della malattia cui molti solo oggi sono disposti a dare credito dopo che la "ricerca" ha chiarito meccanismi già descritti proprio da Di Bella. Oggi è "normale" sentire parlare di fattori di crescita, è normale introdurre anticorpi-monoclonali nella terapia proprio per cercare di inibire tali fattori, ci viene detto che questi nuovi farmaci avranno bisogno di metodi di valutazione che non tengano conto solo del dato statistico a breve termine (quasi tutte le statistiche di sopravvivenza sono "tarate" a 5 anni dalla diagnosi) ma bisognerà far diventare prioritari parametri diversi dalla sola misurazione volumetrica della neoplasia.
Di Bella ha ricevuto per una vita pazienti in condizioni simili a quelle del Suo babbo. Per contro ha potuto seguire non pochi casi di persone che invece hanno intrapreso la sua terapia senza avere effettuato radio e chemio. Le evoluzioni sono state macroscopicamente diverse . Egli giunse a valutare sotto il profilo bio-chimico e farmaceutico delle sue tre lauree certi fenomeni e sempre alla luce della sua conoscenza disse senza mezzi termini che i consueti trattamenti chemio-radio terapici spalancavano le porte all'aggressione metastatica del tumore.
La mia esperienza empirica mi porta a dire che ha ragione -
Suo padre Mariposa è quasi certamente stato trattato con cisplatino, e questa sostanza ha la capacità di distruggere insieme alle cellule tumorali anche una quantità di sottosistemi essenziali non solo alla vita delle cellule ma anche con ogni probabilità al trasporto, sintesi ed efficacia dei farmaci.
E' abbastanza noto a chi conosca l'MDB che pazienti trattati con cisplatino sono in assoluto i meno responsivi al Metodo, quant'è vero però che esistono comunque eccezioni.
Al di là di questo io però Le chiedo: quale alternativa le stanno proponendo gli oncologi?
Scelga un approccio quale che sia che si occupi della "generalità" di Suo padre -
Accorgimenti aspecifici (non direttamente specifici per il tumore) hanno comunque grande valenza terapeutica in modo particolare in stadiazioni molto avanzate come il Suo babbo. Si deve cercare di salvare il salvabile, cercando di ripristinare la funzionalità di organi sicuramente compromessi dai trattamenti. Mi oppongo con tutto me stesso all'idea che per sconfiggere un nodulo epatico in un ammalato pluri-metastatico qual'è Suo padre si debba avvelenare tutto quanto l'organo e tutto quello che ne sta a valle fino ai reni.